lunedì 29 febbraio 2016

La lotta per la casa non si ferma, Fassino contestato!



Il fine settimana appena trascorso ha visto i festeggiamenti per il decennale dalle Olimpiadi invernali del 2006, per cui il Comune di Torino ha speso 315mila euro.





Fassino farfuglia qualche dato sull'emergenza abitativa

Abbiamo deciso ieri mattina di andare, noi sfrattati e sfrattate, senza casa e occupanti dello Spazio Popolare Neruda, al Centro Italiano per la Fotografia (Camera), in via delle Rosine, a ricordare al Sindaco Fassino che non c'è molto da festeggiare. L’occasione che abbiamo voluto sfruttare era quella dell’inaugurazione di una mostra fotografica sul ruolo e valenze dei giochi nella trasformazione di Torino, sul significato dei Giochi dieci anni dopo: “l’eredità sportiva, i cambiamenti socio-psicologici della città, le ricadute economico-imprenditoriali, le spinte alla riqualificazione urbana, gli effetti sul rilancio culturale e turistico di Torino”.


Abbiamo voluto portare la seconda faccia dell’eredità delle Olimpiadi del 2006: la situazione abitativa torinese, come ormai ci siamo quasi stufati di dire, è al limite e noi facciamo parte di quella parte di cittadinanza che ne hanno solo pagato i costi e non ne abbiamo tratto alcun beneficio. Abbiamo così chiesto al sindaco cosa aveva intenzione di fare e quali erano le sue giustificazioni per non aver ancora agito rispetto questa "emergenza" che dura dal 2008.


Ovviamente le risposte sono state farfugliate a mezza voce, dimostrando ancora una volta la sua assoluta incompetenza e inesistente volontà di risolvere il problema. Noi a quel punto non siamo più riusciti a trattenere la nostra rabbia e abbiamo promesso a Fassino che la sua campagna elettorale sarà segnata dalla nostra continua presenza, finchè lui non sarà in grado di darci delle risposte reali ai nostri problemi. Ogni volta che farà uscire il naso fuori da casa noi saremo lì a pretendere ciò che ci spetta.


La casa è un diritto e se questo diritto non verrà rispettato, noi ce lo riprenderemo!!






Dopo la contestazione ci siamo spostati in corteo verso Piazza Vittorio


Qui il volantino distribuito durante l'iniziativa:

TORINO 2006-2016 IL VIAGGIO FURTO CONTINUA ...LA NOSTRA PAZIENZA HA UN LIMITE!Oggi siamo venuti qui al Centro Italiano per la Fotografia per dire la nostra su questo decennale di festeggiamenti dalle Olimpiadi 2006 e per farlo con i diretti interessati.In questa sede si discuterà sul significato dei Giochi dieci anni dopo, l’eredità sportiva, i cambiamenti socio-psicologici della città, le ricadute economico-imprenditoriali, le spinte alla riqualificazione urbana, gli effetti sul rilancio culturale e turistico di Torino. Ci viene detto che il turismo è incrementato, che Torino ha acquisito una fama mondiale e dopo essere stata per un po' la capitale dello sport è diventata capitale della cultura, del cinema, liberandosi dalla grigia immagine di città industriale. Quello che è certo è che esiste il rovescio di questa "medaglia olimpica": Torino è anche capitale degli sfratti, capitale del debito pubblico e della disparità sociale.

4632 gli sfratti eseguiti a Torino l'anno scorso;


migliaia di case e alloggi vuoti e dismessi;
0 alloggi di edilizia popolare costruiti;
+10,8% di pignoramenti;
decine di costosissime strutture olimpiche abbandonate.

Per tutti questi motivi non possiamo pensare che ricordare le Olimpiadi debba essere solo una festa, ancora meno se diventa un'occasione di campagna elettorale per chi questa città l'ha quasi messa in ginocchio. In più lo sport ha un senso nella misura in cui è accessibile a tutti, sicuramente non è sano quando diventa strumento dei potenti per sottintendere (e neanche troppo) la volontà di arricchirsi.


Noi sfrattati, sfrattate, occupanti e senza casa, così come abbiamo fatto il 28 dicembre 2015 davanti al Teatro Regio, siamo qui per ricordare a gran voce che Torino non è solo una bella vetrina da riempire con grandi eventi, ma è una città che ha dei bisogni e dei diritti che vengono prima dell'apparenza!

Siamo rimasti senza casa e ce la siamo presa; ogni giorno partecipiamo, resistiamo e organizziamo dei "muri popolari" per difendere i moltissimi sfrattati ai quali il Comune non dà una soluzione e su cui i palazzinari e le banche speculano.


Quello che vogliamo è molto semplice ed è la nostra battaglia per una vita dignitosa:

il blocco immediato degli sfratti e dei pignoramenti;
Nuova edilizia residenziale pubblica;
Prezzi degli affitti, delle bollette e dei costi della vita calmierati;
Assegnazione a scopo abitativo delle case e degli stabili vuoti.

Non ci dispiace molto aver disturbato la passerella elettorale di chi ha deciso di organizzare questa celebrazione, perchè pensiamo che ben altre siano le questioni da discutere per cambiare in meglio questa città. Basta case senza gente, basta gente senza casa!


#SenzaCasaNonSOStare

Sfrattati e sfrattate, occupanti e senza casa

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